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Concorsi > Concorso “Giorgio Gaber, parole per pensare”

Allegati
Concorso per gli studenti delle scuole  secondarie di II grado statali e paritarie
“GIORGIO GABER, PAROLE PER PENSARE”

 Regolamento

 Art. 1

 Finalità 

La Fondazione Giorgio Gaber e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in occasione del settantesimo anniversario della nascita dell’artista e al fine di promuoverne la figura e il percorso artistico nelle nuove generazioni, indicono il concorso “Giorgio Gaber, parole per pensare” rivolto a tutte le scuole secondarie di II grado statali e paritarie, di tutta Italia. Scopo dell’iniziativa è stimolare il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti in un processo creativo di riflessione e rielaborazione delle tematiche sottese ad alcuni tra i momenti più significativi dell’opera dell’artista.

 Art. 2

Destinatari 

Possono partecipare al concorso singoli studenti, classi o gruppi di studenti di classi diverse. Le selezioni saranno divise in due categorie: singoli e gruppi.

 Art. 3

 Tipologia di elaborati ammessi al concorso

Le opere in concorso, prendendo spunto da uno o più brani presenti nell’elenco dell’allegata scheda tecnica e reperibili in formato testo, audio e video sul sito della Fondazione Giorgio Gaber all’indirizzo: www.giorgiogaber.it, dovranno interpretare, analizzare e rielaborarne i significati.

Saranno candidati al premio finale le studentesse e gli studenti partecipanti al concorso che avranno affrontato in maniera originale, creativa e significativa i temi oggetto dei brani.
 
Sono ammessi elaborati artistici di qualunque forma (solo a titolo esemplificativo: elaborati scritti, disegni, canzoni, cortometraggi, documentari, parodie, videoclip, animazione...)
Art. 4

 Iscrizione e termine di consegna degli elaborati 

I gruppi o le classi che intendono partecipare al concorso dovranno inviare via mail l’allegata scheda di iscrizione all’indirizzo progettogaber@giorgiogaber.it  entro il 30 maggio 2009. La Fondazione provvederà a dare comunicazione dell’avvenuta iscrizione.

Gli elaborati dovranno essere inviati alla sede della Fondazione in originale o in formato file su supporto Cd o Dvd con l’allegata scheda dell’opera compilata in ogni sua parte, entro e non oltre il 30 giugno 2009 all’indirizzo:

Fondazione Giorgio Gaber – Piazza Aspromonte 26, 20131 Milano

 Art. 5 

Valutazione e premiazione

 Tra tutti i lavori pervenuti alla Fondazione Giorgio Gaber una commissione, composta ai sensi del seguente Art. 6, sceglierà, a suo insindacabile giudizio, i tre migliori elaborati per ogni tipologia (singoli e gruppi) .

La premiazione avverrà entro il mese di ottobre 2009. In caso di vincitori neodiplomati gli stessi saranno contattati personalmente.

Gli elaborati premiati verranno altresì pubblicati sul sito del Ministero e della Fondazione.

La Fondazione e il Ministero si riservano il diritto di pubblicare tali opere anche in seguito e con altre modalità (pubblicazioni cartacee, cataloghi, cd rom…etc).

Tutti gli elaborati consegnati non verranno restituiti.

Art. 6

 Commissione esaminatrice 

La Commissione verrà nominata dal Presidente della Fondazione Giorgio Gaber e sarà composta, oltre che dallo stesso Presidente e da due rappresentanti del MIUR, da non più di cinque componenti scelti tra persone di comprovata esperienza professionale nei settori dell’informazione, dell’educazione e dello spettacolo.

Il giudizio della Commissione è insindacabile.

 
CONCORSO “GIORGIO GABER, PAROLE PER PENSARE”

 SCHEDA TECNICA 

Nel corso della sua lunga carriera soprattutto teatrale, Giorgio Gaber ha creato una forma inedita di analisi della realtà tramite l’arte della prosa e delle canzoni. 

Il suo Teatro Canzone aveva lo scopo di affrontare quanto accade in ogni ambito della vita attraverso un linguaggio immediato e diretto, per facilitare al massimo la comprensione e fornire spunti e stimoli alle nostre riflessioni con lucidità, coraggio, onestà intellettuale e senza temere di toccare temi scomodi, argomenti rimossi, nervi scoperti. 

La sua opera oggi testimonia quanto Gaber, con il suo coautore Sandro Luporini, abbia saputo affrontare le problematiche fondamentali dell’esistenza e centrare temi decisivi della storia del nostro Paese con esplicite finalità etiche, rivolte a quella costante e libera ricerca che può condurre ogni uomo a capire meglio se stesso e gli altri, al di fuori di prese di rigide posizioni intellettuali, religiose, ideologiche. Ricerca che fa parte del percorso di crescita di ogni giovane uomo o donna che inizia ad affrontare, anche grazie alla scuola, i temi fondanti della propria esistenza. 

Per questa evidente vicinanza tra le aspirazioni gaberiane e gli slanci che animano i giovani di ogni tempo, si è voluta proporre ai ragazzi di oggi una rilettura di alcuni dei momenti più significativi dell’opera di Gaber.

Parole che dal palcoscenico erano sempre in grado di emozionare scuotendo le coscienze e costringendo gli spettatori a pensare ognuno con la propria testa. Parole che rilette oggi, e discusse con i docenti, sono ancora strumento di stimolo e di arricchimento etico e culturale. 

Dallo sterminato repertorio del “Signor G” sono stati scelti dodici brani, disponibili sul sito www.giorgiogaber.it, come oggetto di una nuova appropriazione da parte delle nuove generazioni delle parole di Gaber nell’ambito del concorso “Giorgio Gaber, parole per pensare”. 

Di seguito, l’elenco dei brani proposti e una sintetica sottolineatura del loro contenuto.

LA LIBERTA' (1972)

Uno dei valori fondanti della civiltà visto come possibilità per ciascuno di noi di poter lasciare, a livello collettivo, un segno tangibile della propria individualità.  

FAR FINTA DI ESSERE SANI (1973)

Affrontare l’esistenza non è facile. Continuare a costruire maschere, alibi e vie di fuga è soltanto un modo per allontanarci da noi stessi.

L’AMERICA (1976)

Dopo il crollo delle ideologie politiche, si è imposta al mondo intero l’ideologia del mercato che, come Gaber denunciava con largo anticipo, sgretola la coscienza lasciando l’individuo in balia del consumo e privo di valori autentici.

SI PUO’ (1976)

Cos’è la libertà nella società del consumo? Si è veramente liberi, se alla libertà stessa manca un vincolo morale? Possiamo fare tutto, ma non è detto che ciò significhi essere davvero liberi.

I PADRI MIEI (1978)
I PADRI TUOI (1978)

Dittico di brani dedicati alla differenza tra due generazioni. Quella nata tra le due guerre mondiali, con i suoi valori e i suoi antichi conformismi. E quella post-Sessantotto, in apparenza più libera, sicuramente più moderna, ma priva di spessore e sostanzialmente incapace di resistere alle mode e al mercato.

GILDO (1980)

Dentro la corsia di un ospedale, un uomo intraprende un viaggio decisivo nel quale si trova costretto a confrontarsi con il dolore e con la morte fino ad entrare ‘in un altro reparto dell’amore’.

IL DILEMMA (1980)

La coerenza verso le nostre scelte affettive. Siamo realmente capaci di affrontare la responsabilità e la fatica che ogni autentico rapporto umano comporta? Gaber e Luporini, come gli antichi Greci, azzardano un terribile paradosso per porre il problema in maniera ineludibile.

C’E’ UN’ARIA (1994)

Viene qui denunciata la degenerazione di una comunicazione sempre più asservita al  mercato delle notizie. Siamo privi di difese di fronte alla smania dello scoop giornalistico, a un’informazione senza limiti, senza etica e senza pietà.

CANZONE DELL’APPARTENENZA (1996)

Il singolo e la società. Un legame da riscoprire in un rinnovato rapporto con gli altri. Ma su quali basi e con quali valori? Se non ci si interroga su questa fondamentale questione per l’uomo non potrà esserci né presente né futuro.

IL MERCATO (1997)

“Il mercato è il demonio, il mercato è Dio”. Parole che fanno riflettere e forse fanno anche paura. Cos’è il mercato? A che punto ne siamo condizionati? Il mercato è ovunque e Gaber l’aveva compreso da tempo.

LA PAROLA IO (2003)

Ciò che è perfettamente naturale e legittimo in un bambino che tenta di affermare se stesso attraverso la parola ‘io’, diventa inesorabilmente patologico nell’adulto.  Gaber propende paradossalmente per “ammazzare” il bambino che è in noi per contrastare lo strapotere di un eterno infantilismo che compromette la possibilità di approdare ad un individuo maturo e consapevole.

I MOSTRI CHE ABBIAMO DENTRO (2003)

Si legge e si sente spesso parlare di tragedie nate in situazioni di apparente normalità. Anche la guerra risulta infine un fatto “normale”. Gaber e Luporini riflettono su quello che l’uomo nasconde nell’inconscio; il non detto che sempre più spesso diventa orrore.

SE CI FOSSE UN UOMO (2003)

Le ultime parole di Gaber. Se ci fosse un uomo potrebbe forse nascere un Umanesimo nuovo in grado di ridare un senso all’esistenza. Ma quali sono i valori fondanti? Ogni verso di questo brano richiama a ciò che siamo e a ciò che potremmo essere.



scade il: 30-05-2009
(inserito il: 21-05-2009 16:43)


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